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Laura Maresca - Psicologa Roma

i tre volti dell'amore

I TRE VOLTI DELL’AMORE: dai miti greci all’amore odierno

I miti greci sono un vasto campo di ricerca per varie discipline tra le quali la storia, la filosofia, la letteratura, la pittura e la scultura. Il ruolo dei filosofi greci nell’ambito della psicologia non viene mai messo particolarmente in evidenza mentre l’aspetto psicologico dei miti ne è parte essenziale e non può essere ignorato.

Partendo dai alcuni miti greci vorrei parlare dell’amore ai tempi di oggi.

Cosa è l’amore? L’amore è un concetto così vago e complesso! Già solo l’aspetto linguistico della parola mostra la confusione del concetto: con questa unica parola “amore” indichiamo sentimenti e pulsioni così diversi.

Quando si pensa all’amore nella mitologia antica viene in mente Eros il quale appare in antiche fonti greche sotto diverse forme: nelle prime fonti è una delle divinità coinvolte nella venuta all’essere nel cosmo, ma nelle fonti successive è rappresentato come figlio di Afrodite e Ares. Eros interviene negli affari di dèi e mortali per far sì che si formino legami di amore. Per quanto Eros sia nominato e raffigurato spesso è fra tutti gli dèi greci la figura meno definita nella sua essenza divina e quella meno raccontata nella narrativa mitologica.

In realtà, per gli antichi greci, popolo di saggi e filosofi, l’amore (Eros) aveva tre volti o aspetti.

  • Anteros: figlio di Afrodite e Ares e fratello di Eros. La leggenda narra che Afrodite si lamentò con la Dea Temi che Eros non crescesse; la Dea le disse che Eros non sarebbe cresciuto fintanto non avesse avuto l’amore di un fratello. I fratelli crebbero insieme, ma ogni volta che Anteros si allontanava da Eros, quest’ultimo ritornava fanciullo.
  • Himeros: è la personificazione del folle desiderio amoroso e della lussuria sessuale. Alcune leggende narrano che Afrodite fosse incinta di due gemelli Eros e Himeros. Anche Himeros, come i suoi fratelli Pothos ed Eros è raffigurato con arco e frecce necessarie per creare il desiderio e la lussuria nelle persone.
  • Pothos: anch’esso fratello di Eros, figlio di Afrodite e Crono. Rispetto ad Eros, Pothos incarnava anche un altro concetto: quello del dolore intenso per la lontananza della persona che si amava. Rappresenta il desiderio verso cui tendiamo, fa parte della dimensione amorosa nostalgica e irraggiungibile.

Ed ecco che si delineano i tre volti dell’amore, quindi i tre aspetti dell’amore: l’amore corrisposto personificato da Anteros, la passione del momento personificato da Himeros e, infine, l’amore idealizzato personificato da Pothos.

La maggior parte delle persone per tutta la vita ricercano Pothos, l’amore perfetto, “l’altra metà della mela” il quale improvvisamente dovrebbe far sentire finalmente completi. Nella ricerca dell’amore perfetto, quindi della persona perfetta, si riversano tutte le aspettative personali e familiari, nonché le influenze del contesto storico in cui si vive. Eppure, se ci guardiamo intorno, sempre meno persone sembrano trovare l’amore perfetto: spesso le relazioni non si trasformano né in convivenze né in matrimoni i quali durano oltretutto sempre meno, come in generale le relazioni. Sembra emergere, nell’epoca moderna, l’impossibilità di scegliere una volta per tutte una persona, permane l’illusione che dietro l’angolo ci sia sempre qualcuno di migliore e che scegliendo si scartino altre possibilità, limitando quindi la propria libertà.

Ad oggi è Himeros, la passione del momento, l’incontro sessuale, l’aspetto più importante di una relazione. Ma soprattutto oggi sembra che proprio il piacere fisico sia diventato il punto di partenza per la costruzione di una relazione soddisfacente, come se quel piacere si potesse congelare nel tempo e dare stabilità alla relazione di coppia: impossibile che ciò accada se ne è la premessa. L’intimità sessuale, quella vera e profonda, si costruisce nel tempo, conoscendo sempre più se stessi e l’altro, permettendosi di sbagliare e poi progredire insieme.

Infine, il mito di Anteros e dell’amore corrisposto, è il volto dell’amore più lontano dalla nostra società. Il culto moderno si basa sull’autosufficienza e sul rifiuto di ogni forma di dipendenza, si basa sulla libertà senza vincoli: niente di più lontano da ciò che in realtà serve ad una relazione di coppia. Dovremmo scegliere qualcuno che ci ami per quello che siamo ma soprattutto abbiamo bisogno di qualcuno che ci aiuti a migliorarci e ad evolverci ogni giorno.

La persona “perfetta” è quella che ci permette di sviluppare il nostro massimo potenziale attraverso la presenza fondamentale dei tre volti dell’amore:Anteros, Pothos e Himeros, i quali dovrebbero intrecciarsi e fondersi l’un l’altro (in percentuali diverse durante il percorso di vita insieme) creando le basi di un rapporto di coppia solido e duraturo.

Le relazioni durature sembrano diventate chimere, al loro posto troviamo incontri fugaci, sesso, brevi percorsi insieme, amori online. L’amore per crescere e durare ha bisogno di adesione, di reciprocità, di impegno; in questo periodo le relazioni però sembrano impregnate di scarsa intimità, poca conoscenza dell’altro e soprattutto di sé stessi. I rapporti non sembrano più basati sulla ricerca dell’arricchimento reciproco, ma su un possesso momentaneo ed un consumo rapido.

L’amore dovrebbe essere uno stimolo a conoscersi, a migliorarsi, ad esplorare, a cercare oltre, a raggiungere ciò che sogniamo, dovrebbe offrire la sicurezza per andare a vedere altro, per mettersi alla prova, per mettersi in discussione, per poter scegliere.

Utilizzando le parole di Umberta Telfner (2015) “Esiste la possibilità di due persone che sono in grado di incontrarsi proprio perché rimangono due esseri separati. In questo caso le persone restano due, e c’è la possibilità di vivere il nuovo perché uno dei due o tutti e due lo portano fuori e lo ricercano dentro di sé, e perché insieme esplorano. L’amore necessita della libertà. In coppia si è comunque di più di due, la relazione è il terzo della danza.”

Se vuoi leggere altri articoli sul tema dell’amore e delle relazioni di coppia visita il mio blog

Bibliografia suggerita

  • Telfner, U. “La manutenzione dell’amore”, 2015, ed. Castelvecchi
  • http://www.treccani.it
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